Il margine di errore agli ottavi di finale di Champions League, per quanto ridotto possa essere, era ancora accettabile per una squadra come il Porto che, nonostante avesse delle evidenti lacune tecniche in qualche giocatore (Marega, Otávio) o tattiche in qualcun altro (Brahimi, Soares), aveva comunque un’idea ben chiara di cosa avrebbe dovuto fare in campo contro la Roma, qualcosa che allora la squadra di DiFra sembrava aver perso. Le idee di Conceiçao sono molto interessanti e certamente moderne se è vero che il tecnico portoghese pretende dai suoi una costruzione del gioco palla a terra, infuriandosi ad ogni lancio lungo senza destinatario. Se all’andata il pressing del Liverpool rendeva difficile soltanto alzare la testa per trovare un compagno, la musica sembrava essere cambiata all’Estadio do Dragão con il Porto che aveva anche preso in mano il pallino del gioco e non sembrava aver intenzione di mollarlo. La spinta di Militão e Brahimi/Telles sulle rispettive fasce e la personalità di Herrera in mezzo al campo hanno dato finalmente respiro alla squadra, togliendolo in parte ai Reds. Se però il risultato finale dice 4-1 per i rossi di Liverpool qualcosa deve essere andato storto.

Il margine d’errore in un quarto di Champions è molto più sottile (se fosse misurabile, certo). Per quanto si possa attaccare con ordine, non si può pensare di mancare così tante occasioni, vere o potenziali, specialmente se chi gioca dall’altra parte riesce a segnare e a chiudere la qualificazione alla prima chance utile. E’ legittimo e non costa nulla dire che l’1-4 è un risultato che condanna il Porto oltre i suoi demeriti ma lo stesso risultato è stato inevitabile, specialmente per come i padroni di casa sono crollati nel finale, abbandonando il match prima ancora del triplice fischio. Come per l’andata, non bisogna dimenticare mai il valore dell’avversario, certamente superiore e il Porto abbandona la competizione con tutti gli onori anche per questo motivo. Il rammarico tuttavia rimane, sia per aver lasciato andare in questa maniera un’altra gara al Dragão, sia perché, anche per lunghi tratti, questo Porto se l’è giocata alla pari. Quando però c’è stato da soffrire i “draghi di Oporto” hanno subito sei reti in due partite, decisamente troppo.

Sezione: Champions League / Data: Gio 18 aprile 2019 alle 09:15
Autore: Francesco Paissan
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