È una grande o no? Dopo aver vinto la Ligue 1 nel 2011, il Lille ha vissuto di alti e bassi. Podi e ottavi posti, il 17° piazzamento due anni fa e il secondo l'anno scorso. Una storia a corrente alternata, una società che deve lottare tra i giganti e in qualche modo riesce a difendersi. Christophe Galtier, il tecnico arrivato nel 2017 dopo aver guidato per otto stagioni il Saint-Étienne, guida una rosa veloce, giovane, fresca. In quarta fascia per la scarsa esperienza in campo europeo è una vera e propria mina vagante
Il mercato -
Rinnovamento. È la parola chiave del mercato del Lille, che ha visto partire alcune tra le stelle della squadra. L'addio più pesante è senza dubbio quello di Nicolas Pépé, finito all'Arsenal per 80 milioni di euro. Ma hanno salutato anche giocatori come Rafael Leao (Milan, 25 milioni) e Thiago Mendes (Lione, 22 milioni), in una campagna cessioni che ha fruttato ben 145 milioni. Per sostituirli, qualche scommessa e alcuni investimenti interessamenti. Il LOSC punta a rivitalizzare la carriera di Renato Sanches, ex wonderkid portoghese intristitosi al Bayern Monaco. Dalla Turchia è arrivato il talento di Yazici, dal Charleroi il ventenne bomber nigeriano Victor Osimhen. A proposito di starlet: dal PSG ecco Timothy Weah, figlio d'arte e non solo. Da menzionare anche gli innesti di André a centrocampo e Bradaric (19
enne prelevato dall'Hajduk) come terzino sinistro. Tanti volti nuovi, come detto. Nel segno, ça va sans dire, di Luis Campos, l'uomo mercato che Roma e Milan hanno provato a strappare al club francese, deus ex machina del mercato del Lille.
La stella - Renato Sanches
Ci crediamo ancora, in qualche modo. Arriva da calciatore più costoso nella storia del Lille, un'etichetta non nuova: al Bayern il suo arrivo sarebbe potuto costare fino a 80 milioni di euro. Cifra, immaginiamo, mai raggiunta, perché quell'etichetta gli è pesata e il rendimento è stato ben sotto le aspettative. Ad appena 22 anni, è ancora presto per definirlo una meteora: quel che è certo è che i treni passano e ripassano, ma a un certo punto non si vedono più. Mediano, fisico, tecnico: qualche stagione fa sembrava essere il futuro del pallone a livello europeo. Ora scende un gradino e riparte.
La possibile rivelazione - Timothy Weah
Nato a New York, anche lui deve fare i conti con una fama che lo precede. Quella di suo padre George, al quale per ruolo e caratteristiche tecniche è stato spesso paragonato. Il PSG forse non ci crede più, al Celtic è andata bene ma non benissimo. È un 2000, parte senza pressioni, dovrà sgomitare per trovare posto. Centravanti, velocità e potenza le sue migliori qualità. In sordina, potrebbe sorprendere. Da menzionare, in una suqadra molto giovane, giocatori come il terzino turco Celik ('97), l'esterno franco-ivoriano Bamba ('96), il fantasista Ikoné ('98) e il turco Yazici ('97). C'è tanto talento pronto a esplodere, dalle parti di Lille.
L'undici tipo
Difesa a quattro, due mediani e un tridente tutto tecnica e velocità dietro le punte. Sono questi gli ingredienti di Galtier. Gerarchie molto flessibili, perché in difesa l'ex Milan Djalò si giocherà le sue carte (come del resto il brasiliano Magalhaes), a centrocampo tutti si aspettan che Sanches deluda e Xeka o Thiago Maia si riprendano il proprio posto, in attacco giocatori come lo stesso Weah, il brasiliano Araujo e l'immarcescibile Remy daranno del filo da torcere al giovane Osimhen.
Oggi giocherebbe così - (4-2-3-1): Maignan; Celik, Soumaoro, Fonte, Bradaric; Sanches, André; Ikoné, Yazici, Bamba; Osimhen.
Coefficiente di difficoltà - 3/5
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