Ci aspettavamo un mercato diverso o almeno speravamo in qualche colpaccio dell'ultimo minuto. E invece nulla, per noi che stoicamente abbiamo presidiato l’hotel sede delle trattative solo stanchezza e freddo ma zero colpi. I botti di fine mercato, i giorni del condor, i contratti che volano e che vengono lanciati a destra e a manca fanno ormai parte del passato. Al Da Vinci tanti operatori, tanti colleghi ma nessuno colpaccio. 

Che voto dare allora a questo mercato? Basso, molto basso. Diciamo che è stata la sessione del si può fare ma meglio rimandare a giugno. Gli affari più grossi, quelli che possono spostare gli equilibri sono stati rimandati di sei mesi, alla prossima estate quando, anche per una questione di tasselli che si devono incastrare, sì sarà un grande mercato. 

Le nostre in Champions? Poco, molto meno di quello che presumevamo ai primi gennaio. 

Partiamo dalla Juve  e dai suoi guai in difesa. Penso che la gestione di Benatia poteva essere migliore. Il mal di pancia del marocchino, in ogni caso sempre tra i migliori difensori nel panorama europeo, andavano gestiti meglio o almeno, come fatto in passato, un'eventuale cessione andava sistemata con anticipo. Sembra che la situazione sia sfuggita di mano negli ultimi giorni di mercato e il rimpiazzo Caceres, una riserva della Lazio, è la toppa della disperazione. Insomma un'operazione molto lontano da quelle a cui ci aveva abituato la Juve in questi anni. Ma non è tutto qui. Se vuoi vincere la Champions serve uno sforzo e non basta essere i migliori in Italia. Pensiamo a Chiellini, 35 anni ad agosto ed un fisico che inizia a scricchiolare. Serviva dargli respiro, prendendo un sostituto all'altezza, un difensore del quale Allegri potesse fidarsi ciecamente visto che, ormai è chiaro, non si ripone più di tanta fiducia in Rugani. Barzagli? A 38 anni il contributo che può dare è questo. De Sciglio centrale ci può giocare una gara, ma avere Chiellini e Bonucci in forse per la Champions non fa stare sereni. Non è arrivato neppure il colpo dell’ultimo minuto in chiusura di calciomercato, che anche numericamente avrebbe fatto comodo, perché il Parma ha alzato un muro per Bruno Alves. Ripeto, parliamo di vincere la Champions non l'ennesima Coppa Italia da mettere ad impolverare in bacheca. C'è poi da dire che, come dicevo ai colleghi ieri, secondo me il centrocampo di quest'anno è inferiore a quelli del passato: la Juve paga i problemi di Khedira e i troppi guai, dalla malattia di Emre Can agli infortuni di Pjanic. E Dybala? Abbassato in mediana pare non essere in grado di confermarsi quel mattatore che avevamo imparato ad amare. Troppo lontano dalla porta per essere decisivo, troppo diverso tatticamente e tecnicamente da essere un regista. L'argentino è e resterà un attaccante, vederlo rincorrere le mezz'ali avversarie non è il massimo. Se il Real chiamasse per davvero, mettendo sul piatto 100 milioni, fossi il lui accetterei. Forse la straordinaria operazione Ronaldo, perché sempre di qualcosa di straordinario stiamo parlando, ha fatto distogliere l’attenzione da problemi più piccoli che c’erano e potevano essere analizzati anche in estate. Toccherà ad Allegri inventarsi qualcosa, toccherà a tutto l'ambiente stringere i denti e far contro alle difficoltà. Ripeto, vincere la Champions è qualcosa di difficilissimo, non un passeggiata come alcuni pensavano.

L'altra italiana in Champions è la Roma. Dopo la disfatta di Firenze e l’umiliante 7 a 1, anche volendo bene a Di Francesco, è lecito pensare che c'è qualcosa che non va e che forse il ciclo è già finito. La sensazione che abbia perso di mano la situazione e lo spogliatoio è forte. Ripetere quanto fatto la passata stagione, a fronte di un mercato pressoché nullo, sembra essere cosa ad oggi impossibile. I giallorossi escono da questo mese assai ridimensionati, con Monchi che pare essere più bravo a vendere che a comprare. Il diesse, a cui è stata concessa carta bianca da parte del presidente sul destino del club, ha deciso curiosamente di non investire in questa sessione di mercato lasciando la squadra così com’è. La società non ha raccolto le richieste d’aiuto di Eusebio Di Francesco. I dati parlano chiaro, la gestione americana sta ridimensionando la Roma e l’asticella di competitività si è drasticamente abbassata.

L'Inter ha deciso di non privarsi di Perisic, cautelandosi comunque con De Paul, argentino che a Udine in questi anni ha convinto a metà. Arriverà a Milano per 30 milioni cash, 40 in meno di quelli richiesti per Chiesa, il vero crack del nostro calcio che scatenerà un'asta che potrebbe toccare quota 100. Del Milan invece il colpo, Piatek. Se il polacco si ripeterà in futuro ancora su questi livelli i rossoneri saranno a posto. Fame, grinta e voglia, qualità che al Diavolo servivano. Per un giudizio finale, per capire se davvero ci troviamo di fronte ad un campione, occorre però aspettare. Un anno d'oro può capitare a tutti, ripetersi invece è sempre la cosa più difficile.

Le altre in Europa? Il Barcellona per me è al top, Boa a parte. I blaugrana fanno colpi su colpi e dimostrano di voler tornare sul tetto d'Europa e del mondo. Non esiste ad oggi squadra più attrezzata di quella blaugrana, la favorita per me per alzare la coppa dalle grandi orecchie. Qualità straordinarie in tutti i reparti e per giugno un de Jong in più pagato a peso d'oro. Il Real rinasce con le sue forze, senza sussulti sul mercato, in attesa dell'estate quando sì faranno i botti, quelli veri. Anno di transizione prima di un mercato estivo che ha tutti i presupposti per essere davvero faraonico. Restando in Spagna l'Atletico ha puntato su Morata, nonostante ciò i colchoneros sono un passo indietro alle altre. In Francia il Psg era a posto così, come le big tedesche e anche le inglesi. Tutte hanno decisivo di puntare su quello che c'era in casa, evitando di spendere cifre folli. Il Pipita al Chelsea con Sarri? Mi auguro per lui che possa ritrovarsi, Milano si vedevano lontano un miglio che non gli bastava.

Un mercato per la Champions, un mercato fatto di tanti se e tanti ma e di pochissime firme. Il mio voto? C'è stato di meglio, in estate, ne sono sicuro, ci divertiremo di più. Ora la stagione entra nella fase clou, ci divertiremo e tanto anche senza colpi.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 01 febbraio 2019 alle 22:13
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
vedi letture
Print