Cosa può accomunare un trentasettenne abituale frequentatore di grandi palcoscenici ad un diciannovenne alla sua prima recita da protagonista? La fame di successi, la volontà di trascinare la propria squadra al successo. Indubbiamente, ieri sera, Iker Casillas e Nicolò Zaniolo sono riusciti nell’intento di guadagnarsi la palma di migliori interpreti delle rispettive formazioni, Porto e Roma, grazie a prestazioni straordinarie che raccontano e celebrano storie diverse tra loro. Tante parate per il veterano, due gol per la giovane promessa; il primo round ha visto prevalere i giallorossi per 2-1, ma la sfida rimane più aperta che mai.

Cantava Francesco Guccini nel pezzo "Il vecchio ed il bambino": “il vecchio parlava e piano piangeva: con l' anima assente, con gli occhi bagnati, seguiva il ricordo di miti passati...”. Casillas non ha mai dimenticato l’epopea magica vissuta al Real Madrid. I 19 trofei conquistati con i Blancos brillano ancora nella sua bacheca, ma non bastano a sedare la voglia di sorprendere dell’estremo difensore. A 36 anni, il madrileno ha preservato il colpo di reni e la sua straordinaria lettura dell’azione che gli permettono di fare la differenza ancora adesso. Ieri, ha strozzato l’urlo in gola all’Olimpico con interventi prodigiosi su Dzeko, Cristante, Pellegrini e Kolarov. Parate complicate, rese apparentemente più semplici dal suo notevole senso della posizione. Grazie ai suoi interventi, l’estremo difensore campione del mondo nel 2010 ha tenuto a galla il Porto, consapevole che un gol in più o in meno può fare una notevole differenza nella Champions.

Se Casillas non è uscito imbattuto da Roma, è merito di Zaniolo. Vent’anni ancora da compiere, tecnica straordinaria e tanta voglia di emergere: il baby talento giallorosso non si pone limiti e continua la sua scalata. E pensare che a giugno il suo arrivo nella Capitale era stato accolto con scetticismo, oscurato dalla contestazione dei tifosi nei confronti della società colpevole di aver ceduto Radja Nainggolan all’Inter. Otto mesi dopo, il popolo romanista si coccola il proprio pupillo. Da quando si è sbloccato contro il Sassuolo, con un gol capolavoro, Zaniolo ha realizzato altri due centri in campionato ed altrettanti in Champions. Stupisce la rapidità della sua crescita esponenziale nel rendimento. Sorprende la duttilità tattica di cui dispone: nello scacchiere di Di Francesco può giocare mezzala, trequartista, esterno o prima punta senza risentire eccessivamente del cambio di ruolo. Come per Casillas, la carta d’identità pare non avere importanza alcuna. Se Iker non ha risentito del passare del tempo, Nicolò gioca con la personalità di un grande veterano. Un altro aspetto che accomuna i due protagonisti di Roma-Porto. La loro sfida nella sfida è solo al primo atto. Ad Oporto, il bambino sfiderà il vecchio per sognare la Coppa dalle grandi orecchie ancora per un po’. Ma il maestro cederà il passo?

Sezione: Editoriale / Data: Mer 13 febbraio 2019 alle 11:30
Autore: Federico Mariani
vedi letture
Print