Lo hanno comprato per questo, lo pagano trenta milioni all'anno proprio per vincere queste partite. Inutile dirlo, Cristiano Ronaldo è un mostro e la Juve lo ha voluto fortemente per andare fino in fondo in Champions, per rendere concreto quello che da tempo è solo un sogno. Quando si ha l'obiettivo di sollevare la coppa dalle grandi orecchie dopo tanti, anzi troppi, anni di astinenza, non ci si può che affidare a lui, il re onnipotente di questa competizione, l’uomo delle cinque Champions e dei cinque Pallone d’Oro, l'uomo dei 63 gol in 77 partite nella fase a eliminazione diretta.

Quando la serata è decisiva lui c'è, sempre. E pensare che in molti, dopo un solo gol in 479 minuti, lo avevano messo in dubbio. Follia che il portoghese fosse stato messo sul banco degli imputati nel suo habitat naturale a qualificazione ancora in ballo. No, Ronaldo non poteva essere soltanto quello visto nel girone e tanto quello dell'andata al Wanda. Mister 100 milioni, l’uomo arrivato a Torino per sfatare tabù e mettere fine ad un’ossessione, non poteva limitarsi a una sola rete. E infatti, nella serata in cui la Juve si gioca tutto, Cristiano da Funchal ritorna decisivo. Ritorna il marziano della Champions, travolge l’Atlético Madrid.

Due gol di testa, uno su rigore, l’esultanza “alla Simeone” dopo il triplice fischio. Eccolo il Ronaldo che noi da tempo aspettavamo. Quello vero, quello capace di caricarsi sulle spalle la squadra. Una tripletta (l'ultima era datata 1998 e portava la firma di uno che qual cosa alla Juve l'ha fatta, un certo Alex Del Piero) che entra nella storia ma che per un marziano con lui, abituato a certi palcoscenici, non è che la normalità.

Si stropicciano gli occhi gli juventini e anche tutti noi che ieri sera ci siamo alzati in piedi ad applaudire questo grande campione, gode la società che ci ha creduto in questo clamoroso investimento, gode Agnelli che CR7 lo voleva a tutti i costi. Ora avanti, perché questa non è nient'altro che la prima tappa verso Madrid, dove si andrà non per giocarsi un ottavo ma la finale. Un Ronaldo a piena potenza sarà necessario per arrivare all'epilogo. I tre gol di ieri sono un messaggio a chi lo metteva in dubbio, ma anche alla squadra: è ora di marciare verso Madrid. Ronaldo sa come fare.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 13 marzo 2019 alle 12:05
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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