Mamma mia, Rino Gattuso. Magari il suo calcio non lascerà tracce per le novità, ma nessuno può dire che non sappia rendersi conto della situazione e fare di necessità virtù. La tensione bassa a Napoli e i disastri psicofisici non gli consentivano di imporre assalti al fortino, e allora lui ha cambiato la visione dal mondo ed è partito con l’idea di difenderlo prima il fortino.
E guardate che cosa diavolo ha fatto: ha battuto tutte le prime tre della Serie A, Juventus, Lazio e Inter. E come se non bastasse ha pareggiato con il Barcellona, e facendolo uscendo con i rimorsi per quello che poteva essere e non è stato. Il Napoli ha fatto l’unica partita possibile che poteva fare: non scoprire il fianco, tenere le linee strette, non lasciare spiragli al palleggio negli ultimi 30 metri ed essere coraggioso nel contropiede (non è una parolaccia), avendo velocità d’occhio e di cambio palla. Il Barcellona prima o poi sarebbe tornato nel 2° Tempo, e anche così addirittura il Napoli ha sprecato due occasioni con palla solo da spingere. E per sopravvivere così ci vuole una grande solidità mentale. E di questo, ripetuto nelle partite più difficile, è merito solo di Gattuso.
Prima della partita, ho incrociato Messi e con il rischio di pigliarmi uno schiaffo morale gli ho detto mentre camminava negli spogliatoi: “Benvenuto alla casa del padre”. Lui mi ha guardato e sorriso (trovate il video sul mio account twitter), io ho incassato la trovata e evitato il linciaggio mediatico della sua vasta fandom per il mondo, e lui ancora una volta ha dimostrato di essere nu bravo guaglione. Detto ciò, chissà che veramente non abbia sentito l’occasione: perché solo al rientro in campo ha tirato fuori un’imbucata e una scorribanda che hanno onorato la presenza nell’aria di Diego. Tutti soddisfatti. Se non ci fossero i 90 minuti nello sbriciolaossa del Camp Nou…
E comincia la lunga rincorsa della Juventus. A Lione troverà un Rudi Garcia che sa che per ricavare qualcosa di buono, con tutte le assenze che falcidiano un Lione già sulla carta inferiore, può solo imbastire una partita brutta e sporca, di quelle che Sarri soffre.
In verità ne soffre parecchie di recente la Juve sul piano del gioco, e allora chissà che non si debbano a questo le insolite uscite furbacchione di Sarri.
Perché prima, a Ferrara, ha cominciato lamentandosi di un rigore sacrosanto, e lamentandosi dell’arbitro che avesse aspettato il funzionamento della Var, come se non fosse invece la cosa giusta da fare.
Poi, non contento, ha rincarato nella conferenza della vigilia con il Lione, contestando il numero non uniforme di gare a porte chiuse che falserebbero la regolarità del campionato. Concetto che è sicuramente vero, ma che è assolutamente risibile da discutere in questo momento.
Quando era a Napoli, Sarri si baloccò nel ruolo di masaniello che il Napoli gli aveva chiesto di interpretare. Salvo poi rinnegarlo con una svolta q 180 gradi.
Adesso, con il gioco che ancora latita, magari per conquistare credito verso il pubblico juventino si balocca con questo ruolo da vittimista della causa juventina.
Per carità, è da intelligenti cambiare idea. Ma farlo tante volte e con tanta disinvoltura, è da furbi.
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