5 settembre 2018 la convocazione in Nazionale del ct Mancini, preso per pazzo, senza aver giocato nemmeno un minuto in serie A.; 19 settembre il debutto tra i grandi, non in una partita qualunque ma in Champions League, al Bernabeu, contro il Real Madrid tre volte campione d'Europa; 26 settembre il debutto in serie A in Roma-Frosinone; 26 dicembre il primo gol in serie A, contro il Sassuolo, non un gol banale; 12 febbraio 2019 i primi gol in Champions League, la doppietta contro il Porto. Cinque gol nelle ultime 9 gare (Sassuolo, Torino, Milan, 2 al Porto, tutti all’Olimpico) con i quali Nicolò Zaniolo si è preso Roma. 

Lo si intuiva già dalle sue prime prestazioni che questo ragazzo del '99 aveva qualcosa di speciale, lo aveva intuito fin da subito nei primi allenamenti di Trigoria anche Eusebio Di Francesco che, senza paura alcuna, ha puntato forte su di lui. Roma così ha scoperto di avere un tesoro che ora va protetto. "Teniamocelo stretto" ha detto non a caso il tecnico giallorosso, riassumendo il pensiero di tutti i tifosi romanisti che ora non vogliono più privarsi di lui.

Perché davvero ci si trova davanti ad un talento eccezionale, quelli che nascono una volta ogni venti, trent'anni. Un talento puro, cristallino, un predestinato baciato dal dio del calcio il cui destino è quello di diventare un re. Basta guardare come, dopo il palo di Dzeko, il pallone lo abbia cercato, come il pallone sia andato proprio da lui dicendo: "Segna e corri sotto la Sud". 

Da oggi per lui tutto cambia, perché avrà gli occhi del mondo addosso e non soltanto quelli di Paratici, tra l'altro ieri presente sugli spalti dell'Olimpico, perché si parlerà di cifre assurde e si faranno paragoni continui. Lo vorranno tutti e dovrà essere bravo lui ed il suo procuratore a scegliere il progetto, la piazza, i sentimenti e non i milioni, quelli arriveranno da soli. E' qui allora che dovrà giocare la partita più grande, essere umile e continuare a lottare su tutti i palloni, con la semplicità di chi è partito dal basso. Un ragazzo che pare essere uscito da un calcio che non c'è più. Il suo è un talento che non va sprecato, non se lo può permettere il calcio italiano. 

Rosica nel frattempo l'Inter. Nainggolan in nerazzurro; Santon, Zaniolo e milioni in giallorosso. Su chi ha fatto l’affare ormai non vi è più dubbio. A Milano non hanno creduto in lui, non ci hanno voluto investire ed è giusto che sia finita così. Perché se non si crede nei nostri giovani, sempre capaci, deve finire proprio così.

I paragoni con Totti? Lo disse il capitano: "Mi dispiacerebbe levare a ogni giovane, ogni bambino il sogno, che io ho realizzato, di indossare la maglia numero 10 della Roma. Ma nello stesso tempo so che non sarebbe facile indossarla. Valutiamo col tempo, se troviamo un altro Totti sarò io a portargliela”. Zaniolo ha le caratteristiche fisiche, tecniche ed umane per raccogliere quell'eredità, per inseguire quel sogno. 

Diventare il nuovo re di Roma.

 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 13 febbraio 2019 alle 11:48
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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