Nicolò Marchese: Il Var rivoluziona ogni giorno la concezione di calcio che abbiamo. La tecnologia non può che essere d’aiuto alla terna arbitrale, togliendo dubbi di ogni sorta. È vero, magari si potrebbe migliorare, magari ci si potrebbe perfezionare in diversi fattori, ma ciò non toglie che sia un grande elemento positivo.

Jessy Specogna: Il Var é sicuramente uno strumento utile, perché limita gli errori, ma ci deve essere uniformità di giudizio e soprattutto chiarezza nel suo utilizzo. L'arbitro, se richiamato, dovrebbe avere l'obbligo di consultare le immagini, non può accadere che vada o non vada allo schermo a suo piacimento. In questo modo si eviterebbero molte polemiche.

Francesco Mariello: Il VAR è la rovina del calcio ed ha dimostrato la sua dannosità nel momento in cui non è nemmeno stato capace di stabilire se il pallone in Real-Ajax fosse dentro o fuori dal campo. Ha stabilito un'altra cosa, però: che il VAR deve stare fuori dal calcio subito e per sempre.

Leonardo Zeduri: Il VAR è una rivoluzione troppo grossa per essere valutata dopo solo (quasi) due anni dalla sua introduzione. I protocolli nazionali e internazionali sul suo utilizzo non sono uniformi e ci sono ancora troppe lacune che devono essere analizzate. Detto questo la rivoluzione ormai è stata introdotta. Indietro non si torna

Francesco Cammuca: Il VAR, così come ogni strumento in mano all'uomo, ha tanti pro ma anche tanti contro. Da una parte c'è la possibilità di poter correggere degli errori o di evitarli. Dall'altra parte c'è il fatto di dover comunque avere a che fare con esseri umani abituati a fare di testa propria e che talvolta potrebbero anche non "adeguarsi" alla possibilità di sfruttare il mezzo tecnologico.

Gianluigi Sottile: L’unico problema che un appassionato di calcio imparziale può avere col VAR è capire se prima ci va "il" o "la". Per il resto, è abbastanza lampante che sarà una componente del calcio dei nostri figli.

Francesco Paissan: Il Var è una conquista ‘digitale’ in uno sport ancora molto attaccato alle sue tradizioni ‘analogiche’. Credo sia una tecnologia necessaria ma che deve ancora essere perfezionata, per esempio nelle tempistiche d’utilizzo che andrebbero snellite. Si tratta però di uno strumento che deve aiutare l’arbitro a non sbagliare è in questo io vedo qualcosa di nobile, qualcosa che merita il suo ingresso nel calcio di tutti.

Andrea Mauri: Il Var è il futuro del calcio, credo non ci sia nemmeno da discuterne su questo. C'è invece da ridiscutere il protocollo d'applicazione che ad oggi è troppo stringente. Basterebbe eliminare le parole "chiaro" ed "evidente" dal protocollo odierno per ottenere immediati benefici.

Giorgio Freschi: Sull’utilità del VAR credo che ormai non ci siano più dubbi. Le vere problematiche sorgono sui modi, i tempi e soprattutto le casistiche nelle quali può esserci l’intervento del VAR: in questa stagione sono sempre di più gli eventi contrastanti che fanno crescere le polemiche. Serve assolutamente maggior uniformità e chiarezza.

Ada Cotugno: Il mondo è in continua evoluzione, perché il calcio allora dovrebbe restare fermo? Ben venga l’uso del VAR e di ogni tipo di tecnologia in grado di aiutare i nostri arbitri, a cui però deve essere fornito un protocollo unico da seguire. Dopotutto i mali del calcio non sono da cercare in una semplice moviola.

Giorgio Dusi: Prendersela con il Var per gli errori commessi è come prendersela con il tostapane se brucia il toast: non ha senso. La tecnologia nel calcio è una benedizione solo se la si sa usare e se si trova un punto di equilibrio. Cose a cui, col tempo, si arriverà. Per il momento cerchiamo di cambiare protocollo.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 08 aprile 2019 alle 18:32
Autore: Giorgio Dusi / Twitter: @Gio_Dusi
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