Unai Emery non è riuscito a fare il miracolo che l'avrebbe fatto entrare di diritto nella storia dell'Europa League: il triplo successo colto quando allenava il Siviglia non è stato bissato sulla panchina dell'Arsenal, sconfitta ieri nella finale giocata a Baku. Un ko  che mette seri dubbi sul progetto futuro dei Gunners, ancora privi di un direttore sportivo di riferimento, ancora una volta esclusi dalla Champions League grazie alla sconfitta di ieri e reduci da un campionato assolutamente deficitario in Premier League. Non tanto per il quinto posto maturato, ma per come il risultato è stato ottenuto: infatti la zona Champions sembrava non solo alla portata, ma ampiamente consolidata nel finale di stagione, quando la formazione londinese guidata dal tecnico spagnolo ha inspiegabilmente mollato, perdendo contro avversari nettamente più deboli e pregiudicando così un cammino che avrebbe dovuto riportare i Gunners della massima competizione continentale.

E davanti, c'è una prospettiva di mercato difficile: non sarà affatto semplice per Emery e per chi lo aiuterà nella compravendita di giocatori, convincere le stelle internazionali a scegliere  l'Emirates Stadium, a maggior ragione dopo l'addio di Aaron Ramsey, uno dei simboli dell'ultima decade in casa Arsenal, grazie alla crescita esponenziale avuta sotto Wenger. E se il mercato inglese rimane incredibilmente superiore dal punto di vista della disponibilità, in confronto a quelli tedesco, francese e italiano, è comunque difficile pensare ad un Arsenal in grado di di lottare per il titolo in patria nel giro dei prossimi anni. La superiorità incredibile dal punto di vista tecnico, organizzativo ed economico che possono vantare Tottenham, Liverpool, Manchester City ma anche gli avversari di ieri il Chelsea, appare difficilmente colmabile nel giro di qualche annata. 

Sezione: Europa League / Data: Gio 30 maggio 2019 alle 11:11
Autore: Simone Lorini
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