È una questione di obiettivi. Del campionato non vi è certezza, la sconfitta con la Lazio ha fatto scendere i nerazzurri al terzo posto. Della Coppa Italia men che meno, tra due settimane al San Paolo, nel ritorno delle semifinali, non sarà facile ribaltare la sconfitta per 0-1 a San Siro contro il Napoli. L’Europa League può diventare una bella camera di compensazione. L’impresa è fattibile, Quest’Inter può competere senza problemi con Manchester United, Arsenal, Ajax, Siviglia, Roma, Eintracht, Benfica, Porto, Shakhtar, i nomi grossi in gara. Servirà volontà, occorrerà trasformare l’Europa League in un bisogno primario e non declassarla a impiccio del giovedì. Le motivazioni forti non mancherebbero. Nessuna formazione italiana ha mai vinto questo trofeo, discendente della vecchia Coppa Uefa, e l’ultima nostra squadra ad aver vinto una delle due classiche coppe europee è stata proprio l’Inter, con la Champions del 2010, dieci anni fa.
Antonio Conte si è appuntato sul petto tre scudetti, una Premier League e coppe nazionali cariche di gloria come la FA Cup, ha portato la Nazionale ai quarti dell’Europeo, ma gli manca un trofeo internazionale. Non il massimo per un allenatore globale come lui. Nel 2014, alla Juve, avrebbe potuto prendersi proprio l’Europa League, però non ci credette abbastanza, forse distratto dalla corsa per lo scudetto dei 102 punti, e venne eliminato in semifinale dal Benfica. Peccato, perché un euro-trofeo, seppure secondario rispetto alla Champions, proietta una luce diversa su una carriera”, spiega La Gazzetta dello Sport.
L’Europa League non paga come la Champions, ne è la cugina povera, ma qualcosa rende, non poco se si ha la costanza di arrivare in fondo. La vittoria finale frutterebbe 14 milioni di soli premi elargiti dall’Uefa, senza contare gli introiti da incassi – i tifosi hanno fame di Inter e riempiono sempre San Siro – e il market pool, la ridistribuzione dei diritti televisivi. Volare a Danzica, in Polonia, dove il 27 maggio si giocherà la finale, potrebbe dare una sistemata al bilancio. E poi l’Europa League offre a Conte la possibilità di esplorare vie nuove. Ci riferiamo a Eriksen, magnifica eccezione del mercato di gennaio. Il danese non è per niente il più contiano dei giocatori, ma è un gran giocatore”
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