Il Wolfsberger è stato fondato nel 1931 dopo un sodalizio tra cinque dei più rispettati uomini di Wolfsberg, cittadina carinziana molto vicina alla Slovenia. La sua è una storia modesta, fatta di una ventina di stagioni nella seconda serie nazionale e il resto del tempo trascorso a navigare nelle torbide acque delle categorie regionali inferiori. La svolta, per il club, avvenne nel 2007, quando una collaborazione con il vicino Sankt-Andrä, consente al club di risollevarsi economicamente e di raggiungere nel 2011, dieci anni dopo l’ultima presenza, la Erste Liga ovvero la serie cadetta. L’anno dopo un 3-1 interno contro il First Vienna consegna ai lupi di Wolfsberg la prima, storica, promozione in Bundesliga. Il terzo posto della passata stagione ha poi regalato loro la qualificazione in Europa League, la prima alla fase a gironi. Doveva essere, dopo il sorteggio, una delle tante vittime sacrificali che di tanto in tanto appaiono nella seconda competizione per club europea, comparse in uno spettacolo più ampio. La vittima è però diventata carnefice in una serata di fine settembre a Mönchengladbach, nella casa del Borussia. Il racconto di questa partita sarà di quelli che a Wolfsberger, nelle fredde serate carinziane, verranno raccontati ai giovani lupetti per farli addormentare perché, per chi c’è stato, questa sarà una partita indimenticabile.

Al 14°del primo tempo Romano Schmidt scherza Bensebaini con un tunnel da campetto, crossando poi teso in mezzo dove Weissman allunga la gamba e sfiora il pallone con la punta del piede, quanto basta per evitare l'intervento di Sommer. Un quarto d’ora dopo il Wolfsberger, da calcio piazzato stavolta, butta in area un altro pallone dalla trequarti con quella che siamo solitamente abituati a vedere come “la punizione dell’ultimo minuto”. Liendl, il 10 degli austriaci con un nome che ricorderebbe più un tennista, dimostra però di avere un calcio forte e punito, trovando la testa di Leitgeb che in area è più veloce di tutti ad avventarsi sulla sfera. Il terzo gol è invece uno di quelli che mostra chiaramente che una delle due squadre è in serata di grazia. Niangbo al 41° recupera un pallone a metà campo e serve un filtrante a Ritzmaier, uno dei giocatori del Wolfsberger dal palmarès migliore visto che vanta una Eredivisie conquistata da riserva. Ritzmaier, lanciato a rete, entra in area e calcia addosso a Sommer. Il pallone respinto dal portiere della nazionale svizzera carambola di nuovo sulla caviglia di Ritzmaier che, a sua volta, non deve fare altro se non andare verso la bandierina per esultare. Il gol dello 0-4 è, se possibile, ancora più straordinario se si parla di casualità. Liendl batte un corner all’altezza del primo palo, dove sono raccolti i giocatori di entrambe le squadre. La palla attraversa il mucchio di teste, gambe, piedi e braccia indenne e rimbalza perfettamente sulla fronte di Leitgeb, appostato come un condor sul secondo palo. Leitgeb impatta la sfera con la testa, mandandolo all’incrocio dei pali opposto e lasciando Sommer immobile a chiedersi il perché di tanta sofferenza.

Toccherà alla squadra della lupa capitolina affrontare i lupi di Wolfsberg nel prossimo turno di EL, con questi ultimi che hanno appena raccolto il miglior risultato della storia del club. La voglia di stupire, da sola, non basta solitamente per ottenere un grande risultato ma questa, l’Europa League, si è dimostrata una competizione nella quale il caos regna sovrano. Mönchengladbach-Wolfsberger è stata l’ultima, perfetta, rappresentazione di tale concetto.

Sezione: Europa League / Data: Ven 20 settembre 2019 alle 10:26
Autore: Francesco Paissan
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