Difficile trovare qualcuno, fra quelli che lo hanno conosciuto o hanno avuto modo di frequentarlo, che non gli voglia bene. Lui è Tim Howard, di professione portiere, anche se adesso, a 40 anni, ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato. Fino a pochi giorni fa ha difeso la porta dei Colorado Rapids, dove era arrivato nel 2016 al termine di una lunga carriera in Europa.
Statunitense di padre sudafricano e madre ungherese, Tim scelse il calcio solo dopo averlo portato avanti per anni insieme al basket - alle superiori arrivò con la sua squadra di pallacanestro alle finali dello Stato - convivendo, e superandola, con la sindrome di Tourette. Un disturbo neurologico che comporta tic e disturbi motori e fonici, a volte gravi e persino invalidanti, e che spesso è affiancata da altri disturbi da deficit di attenzione-iperattività o anche da quello ossessivo-compulsivo.
Portiere dei New York Metrostars dal 1998 e ben presto della Nazionale degli Stati Uniti, venne acquistato nel 2003 dal Manchester United che voleva avere una valida alternativa a Fabien Barthez, il cui rendimento all'epoca non convinceva del tutto sir Alex Ferguson. Nei Red Devils si trovò a giocare con veterani come Ryan Giggs e Paul Scholes ma anche con giovani come Cristiano Ronaldo e Wayne Rooney, ma dopo una buona prima stagione, in quella seguente, chiuso da van der Sar, decise di accettare la corte dell'Everton.
Ai Toffees trovò l'ambiente ideale, tanto che vi rimase per 10 stagioni, nel corso delle quali disputò oltre 400 partite, subendo circa 450 gol ma con all'attivo anche... un gol realizzato. Sì, proprio così, e si tratta anche di un gol storico e pure un po' beffardo perché Howard lo realizzò su calcio di rinvio, da una distanza di 87 metri, un primato per allora, era il 2012, battuto un paio d'anni dopo da Asmir Begovic dello Stoke. Era il 4 gennaio 2012 e l'Everton ospitava il Bolton: al 63' fu un suo calcio di rinvio a sbloccare il risultato andando a scavalcare il portiere avversario Adam Bogdan, ma Tim non esultò per rispetto verso il collega beffato
Certo, anche quel gol contribuì a fare di Howard una leggenda per i tifosi dei Toffees, insieme ovviamente a ben 134 clean sheet. E pensare che, nonostante lui sia riuscito da tempo a limitare gli effetti della sindrome di Tourette a qualche sporadico tic o movimento involontario, quando arrivò in Inghilterra fu accolto a cannonate dai tabloid, che in quanto a titoli sensazionalistici e indelicati non sono secondi a nessuno, ma anche dei media meno d'assalto. "Il Manchester sta trattando l’acquisto del malato di Tourette" fu infatti l'annuncio del Mirror, con l'Indepent che non si tirò certo indietro - “Il Manchester United sta cercando di mettere sotto contratto un portiere disabile” - ma altri ci andarono ancora più pesante, arrivando a definirlo handicappato e persino ritardato.
Tim, per fortuna, non ci ha mai fatto molto caso, anzi certe manifestazioni di ignoranza lo hanno spinto a impegnarsi sempre più nella lotta alla sindrome e nell'aiuto a chi ne è colpito. E ora che ha deciso di ritirarsi dal calcio giocato, ha già annunciato che il suo impegno, soprattutto nei confronti dei più giovani, sarà ancora più attivo e partecipe.
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