Ci sono due partite e due stati d’animo diversi da commentare. Inevitabile dopo aver visto il 171° derby della Madonnina, vinto dall’Inter con reti di Brozovic (seppur con netta deviazione di Leao sul tiro) e di Lukaku. La sponda nerazzurra può festeggiare la quarta vittoria consecutiva in campionato con annesso primo posto e, dopo la pessima prova alla prima di Champions contro lo Slavia Praga, un livello di gioco qualitativamente superiore. Il Milan, da parte sua, incappa nella seconda sconfitta in due partite che, valore del match a parte, rischia di lasciare degli strascichi importanti. Ma andiamo con ordine.
Dopo il solito show coreografico delle curve la gara ha finalmente inizio e il pallino del gioco viene subito preso in mano dagli “ospiti” nerazzurri. Conte opta per D’Ambrosio al posto di un acciaccato Candreva, schierando quindi due esterni con buone capacità difensive. Giampaolo lancia dal primo minuto Leao a fianco di Piatek, unico volto nuovo dell’11 partente rossonero. Con l’Inter a muovere palla, tocca al Milan cercare di togliere spazi alla manovra avversaria ma l’organizzazione del pressing non risulta mai efficace. La squadra di Conte occupa meglio gli spazi e riesce a scalare sempre velocemente in avanti. La prima palla gol capita sui piedi di Lautaro intorno al dodicesimo minuto ma Donnarumma, provvidenziale questa sera, non si fa sorprendere. Pochi minuti dopo è di nuovo l’estremo difensore rossonero a sventare un paio di minacce, prima sul rasoterra di Lukaku, poi sul tiro ravvicinato di Martinez, dopo il quale D’Ambrosio fallisce da pochi passi a porta spalancata l’appoggio in rete per il vantaggio. Il Milan pare poi crescere, trovando spazi soprattutto sulla corsia centrale dove l’Inter, impegnata a coprire il campo in larghezza, è attaccabile. Cahlanoglu riesce persino a segnare il gol del vantaggio ma un precedente fischio di Doveri su un fallo di mano di Kessie rende inutile la prodezza. Un altro gol viene annullato dal Var, stavolta alla sponda nerazzurra con Lautaro che aveva ribadito in rete dopo l’ennesimo intervento di Donnarumma sulla rovesciata di un D’Ambrosio che, però, era in posizione di offside. Il momento migliore per i rossoneri è nel finale della prima frazione. Prima Suso che scippa la sfera a Sensi e si lancia in un contropiede nel quale manca solo il gol, poi Piatek che di testa, dopo una giocata elettrica di Leao su D’Ambrosio, manda alto sopra la traversa.
Nel secondo tempo è la squadra di Conte a macinare gioco e, al 49°, Brozovic sigla il vantaggio con un tiro deviato in maniera decisiva da Rafael Leao. Il Milan si spegne lentamente, così come il livello del gioco, addormentato dal possesso palla nerazzurro. Accade poco fino al 2-0 di Lukaku, imbeccato in area dall’ottimo cross di Barella. L’ingresso in campo di Theo Hernandez e di Rebic sembra destare un po' i rossoneri dal torpore e, nel finale, arriva pure un palo colpito dal fratello minore del terzino del Bayern. Pochi minuti di risveglio sono però assolutamente insufficienti a salvare la prova di un Milan senza gioco e con poche idee, privo di spessore in avanti dove Piatek praticamente non partecipa alla partita, e carente di spunti tecnici importanti, con Leao che si accende solo nel finale di primo tempo e Suso intermittente. Per il tecnico rossonero è forse giunto il momento di lanciare i nuovi acquisti, quantomeno per vedere se, rispetto a chi nelle gerarchie sta davanti a loro, possono dimostrare maggior spirito di sacrificio. L’altra sponda milanese si gode un derby vinto imponendo gioco e carattere e rispondendo a chi, dopo lo Slavia, già vedeva delle crepe nello schieramento di Antonio Conte.
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