L'Italia fa il bis nella stagione '89-'90 e, dopo il successo del Napoli nell'anno precedente, a sollevare il trofeo è la Juventus, guidata in panchina da Dino Zoff. Ai blocchi di partenza, l'Italia porta Juventus, Napoli, Fiorentina e Atalanta. I nerazzurri non superano il primo turno, battuti dallo Spartak Mosca, mentre i campioni in carica vengono eliminati agli ottavi dal Werder Brema. I tedeschi vincono 2-3 a Napoli e poi affossano i partenopei in casa, con un netto 5-1. La Fiorentina stenta un po' nel corso dell'intera competizione, superando il primo turno solo ai calci di rigore contro l'Atletico Madrid e soffrendo anche con Sochaux e Dinamo Kiev, prima di battere ai quarti l'Auxerre. Nettamente migliore il ruolino di marcia della Juventus. I bianconeri, che chiusero l'edizione senza subire alcun gol in trasferta (un record per la Coppa Uefa), superarono al primo turno i polacchi del Gornik Zabrze, per poi battere senza grossi problemi il Paris Saint-Germain e i tedeschi dell'Est del Karl-Marx-Stadt. Ai quarti, i ragazzi di Zoff incontrarono l'Amburgo. All'andata, in terra tedesca, Schillaci e Casiraghi regalano il settimo successo di fila nella competizione alla Juventus, che viene però sconfitta al ritorno, quando, dopo il vantaggio di Galia, i bianconeri subirono la rimonta tedesca. In semifinale, ecco il doppio confronto Italia-Germania. La Juventus affronta il Colonia, mentre la Fiorentina deve vedersela con il Werder Brema. Grazie ad un doppio pari (1-1 esterno con gol di Nappi e 0-0 casalingo), i viola superano i propri avversari e accedono alla finale, raggiunti dalla Juventus che fatica e non poco contro il Colonia. I bianconeri vanno sul 3-0, grazie al gol di Rui Barros e l'autorete di Higl nel primo tempo e al gol di Marocchi nella ripresa. Nel finale, però, subiscono il tentativo di rimonta dei tedeschi, che trovano due reti, rimettendo in discussione la qualificazione. Al ritorno, la gara si chiude sullo 0-0, grazie ad un super Tacconi, e così la Juventus accede alla finale. Per la prima volta nella storia delle competizioni europee, due squadre italiane si affrontano in finale e non è un match qualunque, vista la grande rivalità tra viola e bianconeri, accentuata dall'imminente trasferimento di Roberto Baggio alla Vecchia Signora. La gara di andata si gioca a Torino il 2 maggio. Gli uomini di Zoff passano in vantaggio dopo pochi minuti grazie al bell'inserimento di Galia che porta il risultato sull'1-0. I viola rispondono con Buso, bravo ad insaccare di testa in tuffo un cross dalla sinistra dell'attacco fiorentino. La squadra di Ciccio Graziani, subentrato a stagione in corso a Giorgi, attacca, ma nella ripresa è la Juventus a tornare in vantaggio. Dopo una bella azione, Casiraghi sfrutta un rimpallo e trova il gol del vantaggio da pochi passi. A poco più di un quarto d'ora dalla fine, sugli sviluppi di un angolo, De Agostini beffa Landucci con un bel tiro da lontano che rimbalza proprio davanti al portiere viola e regala il 3-1 finale alla Juventus. Il ritorno si gioca su campo neutro, dopo che la Uefa aveva squalificato il campo della Fiorentina per alcuni disordini in occasione della semifinale contro il Werder. Dopo qualche giorno di incertezza, la sede scelta è il Partenio di Avellino, considerato dai viola un feudo bianconero. Le polemiche non sono poche, ma sul campo la gara termina 0-0, con qualche emozione da una parte e dall'altra. Al fischio finale dell'arbitro tedesco Schmidhuber, può scoppiare la festa bianconera: la Juventus è la prima squadra italiana a vincere per due volte la Coppa Uefa. E' questo uno degli ultimi regali di Zoff che, con una squadra certamente non tra le più forti della storia bianconera, riuscì a portare in bacheca anche la Coppa Italia nella stessa stagione, prima di lasciare il posto a Maifredi. E' solo il secondo atto del grande legame che unirà le squadre italiane e la Coppa Uefa tra la fine degli anni '80 e l'inizio del nuovo millennio.

Sezione: Storia / Data: Gio 14 marzo 2019 alle 13:55
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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