Il trofeo della UEFA Champions League è il più ambito da tutti i club europei e non vi è nessun giocatore al mondo che non sogni di sollevarlo al cielo dopo la vittoria di una finale. Tutta d'argento, alta poco più di sessanta centimetri, con un peso di 8 kg e le sue iconiche “grandi orecchie” è il simbolo della vittoria di una delle competizioni più affascinanti ed emozionanti del gioco del calcio.

 

Nel corso della sua storia il trofeo ha avuto due forme: la prima, presente dall'edizione 1955/56 alla 1965/66, era molto più piccola e aveva dei manici più minuti mentre la seconda è quella che conosciamo tutti con i suoi imponenti manici, commissionata nel 1966 per circa 10000 franchi svizzeri, vinta per la prima volta dal Celtic Glasgow nella finale del 25 maggio 1967 contro l'Inter a Lisbona; venne approvata dall'allora segretario generale dell'UEFA, Hans Bangerter, sulla base di varie proposte presentate da una specialista di Berna, Hans Stadelmann. I ritocchi finali furono opera dell'incisore Fred Bänninger dopo 340 ore di lavoro del figlio di Stadelmann, Jürg. L'unico club a possedere il modello originario della “Coppa dei Campioni” è il Real Madrid, vincitore dell'ultima edizione, 1965/66, in cui si veniva premiati con tale trofeo. Fino al 2009, secondo una legge introdotta nel 1968, chi aveva vinto cinque edizioni in totale oppure tre di seguito poteva tenersi l'originale mentre oggi la UEFA consegna alla squadra vincitrice una copia. L'originale del nuovo modello è detenuto solo da Real Madrid, Milan, Ajax, Bayern Monaco e Liverpool.

 

In questi ultimi anni stiamo assistendo ad un dominio spagnolo per quanto riguarda la vittoria della Champions ma sul palco d'onore ogni anno vi è anche un po' d'Italia. In particolare il milanese Guerrino Giorgi, classe 1940, esperto artigiano argentiere e incaricato ogni anno di forgiare il trofeo. Per costruire le celebri “orecchie” impiega quindici giorni e deve anche occuparsi della manutenzione degli altri trofei prima delle esposizioni nei giorni precedenti la finale. Il signor Giorgi è interista e deve essere stato molto felice nel 2010, quando Javier Zanetti alzò nel cielo di Madrid il trofeo che lui stesso aveva costruito.

 

Tanti campioni lo hanno toccato e baciato così come sono altrettanti quelli che non ci sono mai riusciti, ma nulla può mettere in discussione la bellezza e la magia che questo trofeo suscita ogni anno. Sergio Ramos, Chiellini, Messi, Kompany, Neuer o Godìn, chi alzerà la coppa il prossimo 1 giugno al Wanda Metropolitano di Madrid? Non ci resta che goderci questa fase ad eliminazione diretta dove si inizia davvero a fare sul serio e sperare che ci sia tanto spettacolo.

Sezione: Storia / Data: Lun 11 febbraio 2019 alle 13:40
Autore: Andrea Lizzano
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