Non facciamoci maestri, perché anche noi fino a dieci giorni fa abbiamo provato a fare la stessa cosa. Abbiamo provato a girarci dall'altro lato - a non guardare l'emergenza sanitaria che ci stava venendo incontro come un tir a 200 all'ora - e ad andare avanti come se nulla fosse. Poi abbiamo provato a trovare un compromesso, abbiamo invocato le porte chiuse. E alla fine, ma solo alla fine, ci siamo arresi. Chiudendo tutto, sospendendo qualsiasi competizione. 

Ma proprio perché l'Italia, purtroppo prima degli altri, s'è trovata al centro dell'emergenza Coronavirus perché non prendere esempio? Perché non sfruttare l'esempio italiano per evitare di commettere gli stessi errori?
La domanda dovrebbe avere risposta scontata. Ma scontata la risposta non sembra esserlo perché la UEFA, negli ultimi giorni, s'è semplicemente voltata dall'altra parte. Chiudendo le porte degli stadi che si trovavano nelle località in cui i vari Governi hanno imposto questa misura e cercando di portare avanti lo spettacolo. Ma il motto the show must go on non vale. Non questa volta.
E quindi, se non ci pensa la UEFA, ecco le prese di posizione dei singoli club, che giustamente hanno nella salute dei propri tesserati la loro priorità. "Perché dovrei andare a Milano in questo momento?", ha detto il presidente del Getafe Angel Torres. Ha annunciato che il club spagnolo non prenderà parte domani all'andata degli ottavi di finale di Europa League. "Poi - ha detto - la UEFA prenda la sua decisione...". 

Discorso diverso quello della Roma, che per Siviglia sarebbe pure partita ma non ha ricevuto l'autorizzazione dal Governo spagnolo che ha bloccato tutti i voli da e per l'Italia. "Non partiremo per Siviglia, presto la UEFA fornirà ulteriori indicazioni", ha fatto sapere il club giallorosso che ha giustamente scaricato responsabilità e motivazioni sull'organo di controllo del calcio europeo. Che ora può fare solo una cosa: sospendere le competizioni. Come ha fatto l'Italia, come stanno facendo molti altri paesi. Non è più il momento di voltarsi dall'altra parte e non è certo questo il calcio che vogliamo.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 11 marzo 2020 alle 15:23
Autore: Redazione Eurochampions
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