Siamo soltanto agli inizi. Il Covid 19, oltre a colpire i vari settori dell’economia mondiale, sta investendo anche il mondo del calcio. Si calcola che a fine 2020 le perdite dovrebbero toccare i 4,5 miliardi di euro per raggiungere i 6,3 miliardi nel 2021. Secondo alcune previsioni, la crisi dovrebbe chiudersi, o almeno attenuarsi nel 2025. In Italia ci sarebbe una perdita annua di circa 380 milioni di euro l’anno. Tantissime squadre scompariranno prima del 2025, perché non potranno pagare gli stipendi, non avendo entrate sufficienti per andare avanti, senza gli introiti degli stadi e gli aiuti necessari dai vari Governi. La grandi squadre continueranno i loro percorsi, ma dovranno per forza di cose abbassare i costi di entrata e sperare che i diritti tv tengano e non frenino anche loro le reali risorse che ogni maggiore club si presta annualmente a condividere. Tutto questo peserà sul mercato, dove gli scambi continueranno ad aumentare, i prestiti con diritto e obbligo spopoleranno e gli acquisti continueranno a diminuire. Da questo marasma più totale, gioca un ruolo non indifferente l’introduzione di alcuni giocatori dai propri settori giovanili, trovando più facilità nell’inserimento in prima squadra, data la crisi dettata dal mercato in entrata per ogni squadra. Ecco perché per esempio, mister Pirlo sta adottando anche la politica dei giovani, con Frabotta in primis, sempre in ballottaggio tra riserva e titolarità, o anche Portanova. Un progetto che andrebbe a limare le future perdite previste almeno fino al 2025 per ogni squadra a livello mondiale. L’altra riflessione riguarda il calcio in generale: troppe gare stravolgono in questo momento sia la condizione fisica, sia quella mentale di ogni giocatore, esponendolo al rischio contagio Covid 19 su ogni gara che affronta. Ecco perché l’idea di introdurre meno gare ed escludere le amichevoli o competizioni quasi inutili (vedi Nation League per le nazionali), dovrebbe essere posta all’attenzione sia dalla Fifa che dall’Uefa. Anche in Champions e in Europa League, dovrebbero ridursi le gare con partite di andata e ritorno ed eliminare i gironi, cosi come nei vari campionati a 20 squadre, con la riduzione a 16. Si arriverà a tutto cio? Si, se tante squadre saranno inoltre impossibilitate ad iscriversi ai vari campionati. Sarebbe una strada necessaria e obbligatoria. Del resto negli anni 80 era così e il calcio era sempre seguito e anche più genuino e più interessante, dato che non si giocava ogni giorno, ma c’erano dei giorni e orari stabiliti. Lasciando intatti i diritti tv, gli introiti degli stadi e il merchandising, perché non attuare tale riforma, necessaria in questo momento, ma anche credibile per un futuro, dato che in atto c’è sempre quella famosa Superlega che aumenterebbe l’interesse europeo e diminuirebbe quello nazionale? Ecco perché arrivare a 16 squadre non sarebbe una bestemmia, qualora la Superlega dal 2024 prenderebbe realmente corpo con tutte le migliori squadre europee in circolazione.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 15 novembre 2020 alle 10:19
Autore: Salvo Campana
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