La Uefa indica la strada. Sempre rispettando, chiaramente, le necessità sanitarie e quindi rimanendo in subordine al coronavirus. Ma il calcio non alza la bandiera bianca. Quando si può in campo, non solo per chiudre i campionati nazionali, ma anche le competizioni europee.
La riunione con le 55 federazioni ha portato a due ipotesi, da dover tenere in considerazione.
La prima prevede un ritorno in campo delle competizioni nazionali (quindi la serie A) ad inizio di giugno, con le coppe europpe che invece inizierebbero 15 giorni più tardi. Insomma riprendere la stagione da dove si era interrotta con la possibilità di portare in avanti in parallelo le due competizioni. In questo caso, chiaramente finirebbe prima la A e poi la Champions, ma di poco.
La seconda ipotesi invece, forse la più plausibile visto lo stato di avanzamento del virus completamente diverso in molte nazioni europee prevede il completamento del campionato, da giugno in poi, per poi iniziare le competizioni internazionali, senza alcuna sovrapposizione. Questa ipotesi perlatro permetterrebbe anche delle valutazioni ulteriori a seconda della reale partenza della stagione. Per non andare infatti a comprimere la prossima stagione potranno essere prese in considerazione anche altre modifiche (al momento non previste) del format europeo. Peraltro le qualificazioni alle coppe della prossima stagione potranno giocarsi anche in sovrapposizione con la parte finale del 19/20, in maniera da contrarre ancora di più i tempi.
Il sacrificio verrà compiuto dalla coppa Italia (ma comunque non sarà perso il posto Uefa ma semplicemente assegnato dalla classifica della A) e dalle Nazionali che hanno sacrificato le date di giugno e che vedranno modificato anche il calendario internazionale.
La stagione successiva invece dovrebbe iniziare, sempre secondo le indicazioni Uefa, 15 giorni dopo la finale della Champions.
Una sorta di tour de force, chiaramente. Per cercare di chiudere la stagione e di far proseguire il calcio. Una piccola speranza di tornare alla normalità, anche se il viaggio sarà lungo. Nulla di deciso e tutto sotto un grande punto interrogativo? Quando il virus realmente consentirà di giocare?
Ma il calcio non sta fermo e offre soluzioni, anche variabili.
E lo stesso Gravina, che si riserva il diritto di essere ottimista continua a parlare di ripresa del campionato. Senza dimenticare che tutto dipende dalle disposizioni govenative sulla salute dei cittadini: per Gravina una possibile data di inizio della serie A può essere il 20 maggio. Così da poter finire il campionato e dedicarsi poi alle coppe. O magari giocare in contemporanea, come suggeriva la Uefa. Ma anche nella peggiore delle ipotesi il presidente ha le idee chiare: la classifica ha un valore. E se la Juve, come dice il numero uno della Figc, non ambisce al titolo, il campionato non verrà assegnato. Ma promozioni e retrocessioni verranno prese in considerazione. Solo quelle dirette e non quelle determinate dai playoff. Un altro punto fermo. In un momento di estrema incertezza.
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