Non dev'essere facile, in questo periodo, essere Federico Bernardeschi. Il numero 33 della Juventus è ormai costantemente nel mirino della critica e dei sostenitori della Vecchia Signora, pronti a sottolineare sui social network ogni singolo errore commesso dall'ex esterno della Fiorentina.
Forse proprio questa è una delle sue "colpe": essere giunto a Torino da Firenze, riportando la memoria dei tifosi bianconeri ai tempi del "ratto" di Roberto Baggio, ancor oggi non digerito sulle rive dell'Arno. Di "Divin Codino", però, ce n'è uno solo, assioma peraltro comune a tutte le leggende del calcio giocato.
Bernardeschi alla Juventus è venuto per seguire la propria strada, per consacrarsi definitivamente, per diventare un top player. C'è stato addirittura un momento in cui il giocatore pareva destinato a una rapida ascesa gerarchica, soprattutto dopo la prestazione monstre fornita nel ritorno degli ottavi di finale dell'edizione 2018/2019 della UEFA Champions League contro l'Atlético Madrid, con tanto di assist millimetrico servito a Cristiano Ronaldo per il momentaneo 1-0 e penalty decisivo guadagnato a pochi giri d'orologio dal triplice fischio con un'inarrestabile sgroppata sulla fascia sinistra.
Poi, piano piano, il ragazzo si è eclissato, risultando via via sempre più inconcludente e pagando, probabilmente, il cambio alla guida tecnica della club, passata nel frattempo da Massimiliano Allegri a Maurizio Sarri. Con l'ex Empoli e Napoli in panchina, tante ombre, parecchi fischi da parte dei tifosi (quando il Coronavirus non esisteva ancora) e poche, pochissime luci.
Quest'anno, con Pirlo, buio totale: nelle prime uscite Bernardeschi si è reso protagonista di un retropassaggio contro il Crotone che ha vanificato una potenziale occasione da gol juventina, mentre in casa, contro l'Hellas Verona, ha letteralmente servito il pallone agli scaligeri con un passaggio in orizzontale eseguito nella propria metà campo, mandandoli in porta e consentendo a Favilli di bucare Szczesny. Infine, in Champions League, mercoledì sera è franato addosso ad Ansu Fati al limite dell'area di rigore, inducendo l'olandese Makkelie a decretare il tiro dagli 11 metri in favore di Lionel Messi e compagni e consegnando loro, definitivamente, lo scalpo di Madama.
Ai giornalisti Andrea Pirlo ha detto che il giocatore in questo momento ha la testa altrove e che è bloccato da un punto di vista psicologico. Non abbiamo motivo per dubitare delle affermazioni del tecnico e l'augurio che possiamo fare all'intero calcio italiano è che la stella di Bernardeschi possa tornare presto a illuminare i campi da calcio nostrani e internazionali: la Juventus e la Nazionale hanno bisogno (anche) di lui.
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