La popolazione di Siviglia (contando anche la sua area metropolitana) si avvicina al milione di abitanti. Qui possiamo subito citare due teorie: la prima dice che per far sì che la squadra del proprio paese diventi una delle formazioni più forti d'Europa deve avere almeno un milione di abitanti; la seconda è la legge del teorico statistico George Kingsley Zipf, che dice che le città piccole crescano fino a diventare protagoniste in Europa: questa teoria è stata confermata proprio dalla squadra spagnola. Come? Con le sue tre vittorie di fila dell'Europa League.

Nella maggior parte dei casi i meriti vengono attribuiti sempre e solo ai giocatori, ma in questo caso gli artefici di questa impresa sono due figure che ormai in Spagna vanno, forse, solo in vacanza: stiamo parlando dell'attuale allenatore dell'Arsenal, Unai Emery, e del direttore sportivo della Roma, Ràmon Rodriguez Verdejo, noto semplicemente come Monchi. Permettetemi una piccola parentesi su queste due figure: il primo, nato ad Hondarribia, è stato definito da tanti il conoscitore per eccezione del calcio spagnolo, e del Siviglia in particolare: le tre vittoria di fila in EL ne sono la chiara dimostrazione, anche perchè lui da quelle parti lì è ancora tanto, tanto amato. Il secondo personaggio invece, nato nei cantieri di San Fernando, sobborgo operaio di Cadice, voleva fare il calciatore. Forse però è andata meglio così: il suo fiuto è pazzesco, scopre giocatori come Sergio Ramos, Jesus Navas, Negredo, Aleix Vidal, Gameiro, Vitolo e chi più ne ha più ne metta.

Torniamo all'argomento principale di questo pezzo. Dalle parti di Siviglia gli anni precedenti al 2013 erano stati anni di transizione, con la squadra che non ha mai avuto un gioco, non ha mai avuto una vera identità. La prima Europa League vinta è appunto quella del 2013: gli andalusi la vinsero dominando dall'inizio alla fine del proprio percorso, ma è giusto sottolineare come la squadra arrivò a qualificarsi. Nella stagione precedente i biancorossi ebbero una stagione deludente: prima l'eliminazione in Copa del Rey nella doppia sfida in semifinale contro l'Atletico, poi un deludente nono posto in campionato. E' cosa ovvia: con il nono posto non vai nè in Champions nè in Europa League, ma non quell'anno. Il Malaga, che ottenne l'ultimo posto utile per la qualificazione ai preliminari di Europa League, venne squalificato, mentre il Rayo Vallecano non ottenne la licenza UEFA: e la scacchiera fu completata. Da lì una scalata tra alti e bassi: dalla vittoria nel doppio preliminare contro il Mladost Podgorica fino ad arrivare ai gironi, dove viene accoppiata con Slovan Liberec, Friburgo ed Estoril. Risultato: primo posto con 12 punti, obiettivo raggiunto. La strada si complica in seguito: il Maribor viene battuto a fatica ai sedicesimi (2-2 e 2-1), poi è il turno del Betis (0-2 e 2-0, decisivi i rigori) fino ad arrivare ai quarti contro il Porto: sconfitta per 1-0 all'andata, 4-1 in casa. Altro step, altro derby: è il turno del Valencia.Dopo la vittoria all'andata per 2-0 da parte degli andalusi, al ritorno il Siviglia si trova sotto di tre reti: al 94' è M'Bia a mandare in estasi la tifoseria biancorossa. In finale è derby iberico contro il Benfica: 0-0 ai supplementari, 4-2 ai rigori. E' vittoria.

Ci siamo dilungati un pò sulla prima vittoria delle tre, ma solo perchè era la prima e perchè era arrivata in maniera inaspettata. La seconda vittoria, nel 2014-2015, è tutta un'altra storia. Il Siviglia ha preso sempre più coraggio e sente questa competizione sempre più sua. E' un dominio contro Borussia M'Gladbach, Villareal e Zenit San Pietroburgo, fino ad arrivare alla semifinale contro la Fiorentina: 3-0 a Siviglia, 2-0 a Firenze. E' nuovamente finale. Questa volta l'avversario è il Dnipro, ma la sostanza non cambia: vittoria per 3-2 ed ecco che il Siviglia diventa così l'unico club capace di vincere per quattro volte l'Europa League. L'ultimo successo è quello del 2015-2016, con la stagione che inizia in Champions ma, complice il terzo posto nel girone, ecco la "retrocessione" in Europa League, dove la squadra andalusa arriva nuovamente in finale, questa volta contro il Liverpool: 3-1 il risultato finale, terza vittoria consecutiva nella competizione. Il Siviglia diviene così la prima squadra a vincere per tre edizioni consecutive questo trofeo. 

Facciamo un attimo reset ora. Abbiamo parlato di questa impresa che rimarrà per sempre nella storia del calcio, ora per concludere il tutto ritorniamo da dove siamo partiti. Nel libro The numbers game: why everything you know about soccer is wrong, i ricercatori Anderson e Sally difendono la tesi secondo cui il calcio mantiene negli anni una tradizione fondamentale, delle emozioni incredibili. Probabilmente a Siviglia tutto ciò è molto accentuato: provate ad andare almeno una volta nella vita al Ramón Sánchez-Pizjuán e capirete davvero cosa voglia dire giocare a Siviglia, nel Siviglia e per il Siviglia. 

Sezione: Storia / Data: Gio 24 gennaio 2019 alle 19:31
Autore: Federico Calabrese
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