Quello che già era uno dei grandi temi della Champions League 2018/19 diventa improvvisamente il protagonista principale del quarto di ritorno fra Manchester City e Tottenham, partita che pure non aveva lesinato emozioni già prima del gol/non gol di Sterling. Dopo la doppietta di Son e la rimonta del City fermata improvvisamente da un gol di Llorente, sul quale già ci si era fiondati al Var per controllare un eventuale tocco con il braccio, il tempo all’Etihad è sembrato arrestarsi sul gol del 5-3. Sterling, servito davanti a Lloris dopo che Agüero si è ritrovato il pallone tra i piedi dopo uno scellerato tocco all’indietro di Eriksen, aveva appena riportato i Citizens in semifinale di Champions mentre gli Spurs sembravano, una volta ancora, essere riusciti nell’intento di mettersi da soli i bastoni tra le ruote. Poi un fischio e l’inquadratura passa su Cüneyt Çakir, un arbitro che dopo Porto-Roma ha imparato la lezione ed è andato a rivedere il tutto al Var.

La posizione di Sergio Agüero è stata giudicata irregolare solo al Var. Çakir non ha potuto fare altro che annullare la rete e, di fatto, consegnare al Tottenham la semifinale. Curioso che ci sia ancora una volta Çakir ad arbitrare una gara che, come Porto-Roma, viene decisa non già in campo ma davanti allo schermo del provvidenziale Video Assistant Referee. Il caso di City-Tottenham, nella sua drammaticità se si guarda ai Citizens, è però esemplare di come questa tecnologia possa e debba funzionare, così come è anche esemplare di come ci si debba comportare in seguito alla decisione presa. Non ci sono state e non potevano esserci polemiche, perlomeno sul fuorigioco. Di ‘inches’ parla Guardiola ma mai sul fuorigioco, casomai sul tocco di braccio di Llorente.

L’esordio del Var in Champions è dunque diventato più di un semplice caso. Il cambiamento è reale e profondo sul gioco. Un suo intervento in una situazione così estrema (minuti di recupero, gol decisivo per il passaggio del turno per il City) non era scontato ma pronosticabile sì, d’altronde è proprio nei minuti finali di una gara da ‘dentro o fuori’ che i ritmi si alzano e le cose da guardare per un arbitro aumentano. Il Var sembra aver risposto presente, così come ha fatto Çakir.

Sezione: Approfondimenti / Data: Gio 18 aprile 2019 alle 16:28
Autore: Francesco Paissan
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