“Who needs Ronaldo”… quando c’è Vinicius junior? Finché c’è, almeno, perché per i prossimi due mesi il brasiliano classe 2000 dovrà passarli lontano dai campi per un infortunio al legamenti del ginocchio. I problemi del Real Madrid non sono infatti terminati al triplice fischio della partita con l’Ajax, con conseguente eliminazione, fine del ciclo e quant’altro. Ma sono appena cominciati perché quel ciclo chi lo doveva iniziare nell’idea dei 'Merengues' è proprio il fenomeno prelevato dal Flamengo.
Il brasiliano è uscito dal campo ieri dopo 35 minuti di gioco tra le lacrime, sia per il dolore sia per essere costretto a lasciare in 10 uomini la sua squadra in un momento difficilissimo sotto il profilo psicologico. La botta del giorno dopo, ovvero gli esami di questa mattina, sono stati un’altra stangata: due mesi di stop e Real Madrid che perde un elemento già chiave, nonostante la giovanissima età.
Il diciottenne era stato appena convocato per la prima volta dalla nazionale maggiore del Brasile, con cui avrebbe dovuto mettere nelle gambe i primi minuti in prospettiva Copa America dell’anno prossimo. Dovrà ovviamente dare forfait anche a Tite, oltre che a Santiago Solari. Non c’è però paragone: se per la Seleçao è un’assenza che non pregiudica nulla (anche perché per giugno recupererà), per il Real Madrid è un vero e proprio pugno nello stomaco.
Vinicius nelle ultime partite era stato l’unico a strappare palla al piede, a creare occasioni, a giocare con spavalderia e personalità. Non ha sentito il peso della ‘Camiseta Blanca’ e, dopo un inizio difficile con tante esclusioni da parte di Lopetegui, con Solari si è conquistato meritatamente il posto in prima squadra, fino a diventarne un imprescindibile.
La crescita è stata sia per merito del 18enne, ma anche a causa delle pessime prestazioni degli altri attaccanti del Madrid (eccetto Benzema, quest’anno il più costante forse nell’attacco dei Merengues). Il Real si era comunque trovato a dipendere da un classe 2000, con tutti gli alti e bassi che ne sono conseguiti.
Di certo, ora, senza di lui, Solari è chiamato a inventarsi qualcosa per rivitalizzare i vari Isco, Asensio e Bale. In caso opposto per il tecnico argentino e per tutta la squadra saranno dolori e la settimana nera, con tre sconfitte in casa tra Barcellona (due volte) e Ajax, con due eliminazioni e una botta forte in Liga, sarà solo l’inizio di una crisi, e non la certificazione della stessa.
Autore: Giorgio Dusi / Twitter: @Gio_Dusi
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