In un turno di andata di ottavi di finale di Europa League come quello andato in scena giovedì sera, risulta difficile trovare una partita più sorprendente di quella giocata al Roazhon Park tra Rennes e Arsenal. I Gunners sono senz’altro riusciti a mostrare per l’ennesima volta la loro vena autodistruttiva, salvo poi giocare e vincere pochi giorni dopo contro l’ormai non più imbattibile Manchester United. Grande merito va però anche alla squadra di casa che ha giocato con grande personalità e ha approfittato al meglio delle distrazioni avversarie come l’espulsione di Sokratis e l’autorete di Monreal. Nel Rennes ha trovato una nuova casa anche M’Baye Niang, spedito in prestito con diritto di riscatto dal Torino. Niang in questa stagione ha trovato il suo spazio nella formazione base di Stéphan ed è riuscito pure a formare, assieme al classe 1998 Sarr, un piccolo nucleo senegalese che fin qui ha fruttato sedici reti tra campionato e coppe. Di queste, sono sette le marcature dell’ex di Torino e Milan che ha poi segnato anche nell’ultima gara di campionato contro il Caen, gara in seguito alla quale avrebbe poi fatto queste dichiarazioni: “Sapevamo che dopo aver affrontato in quella maniera l’Arsenal avremmo incontrato delle difficoltà con il Caen. Contro di loro c’è voluto infatti un po' di tempo prima di riuscire a ingranare ma alla fine ci siamo ripresi e siamo riusciti a vincere”. Quella con il Caen non era poi una partita come le altre per Niang che, in quel club, è cresciuto calcisticamente prima di approdare al Milan: “Non sarà certamente facile per loro riuscire a ottenere la salvezza ma auguro loro buona fortuna perché hanno giocatori di qualità e se insistono nel loro gioco come sono riusciti a fare contro di noi sono sicuro che i risultati arriveranno”.
Le storie di redenzione sono sempre piacevoli da leggere ed è difficile non immaginare quella di Niang in un’altra maniera. La punta senegalese non è mai riuscita a trovare, fin dal suo esordio in Serie A con il Milan, quella continuità che, ad alti livelli, è richiesta. Talento puro non è mai mancato a Niang, giocatore che alla tecnica associa anche una fisicità importante ma che ha sempre avuto nella tenuta mentale dei grandi limiti. Non è mai stato poi un grande finalizzatore se è vero che in 223 gare da professionista ha segnato appena quaranta reti, decisamente poche per un attaccante. Se però è vero anche che uno dei meriti del Rennes di quest’anno è stato riuscire a ottenere il massimo da giocatori che, proprio come Niang, non hanno mai espresso totalmente il talento avuto a disposizione, allora questa formazione francese sarà assolutamente da seguire tra tre giorni, quando si giocherà quello che sarebbe un clamoroso quarto di finale contro l’Arsenal.
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