Se la squadra di Gasperini ha subito al debutto in Champions 4 reti, venendo sistematicamente annullata dai padroni di casa della Dinamo Zagabria, c'è più di una ragione. Partiamo dalla più ovvia: l'esperienza o meglio l'inesperienza. 
Agli orobici, così come al tecnico neroazzurro, debuttanti nel massimo palcoscenico europeo, manca ogni tipo di confidenza con la competizione, con l'atmosfera, con la conoscenza del ritmo, dell'intensità e del livello di gioco avversario. Chiaro che se a questo metti assieme una rete subita dopo pochi minuti, aggiungi alle difficoltà già esistenti un altro macigno da affrontare.
Sarebbe però riduttivo limitare le ragioni del tracollo a questo. 

La Dea è sembrata impaurita, priva di quel gioco tipico fatto di fisicità, intensità e dinamismo. Anzi, è stata la Dinamo Zagabria a far proprie le caratteristiche appena citate. 
I bergamaschi hanno capito poco o nulla del primo tempo, a centrocampo sono stati annichiliti da una mediana croata di qualità in cui Dani Olmo era assoluto protagonista. De Roon e Freuler hanno subito sia fisicamente, sia qualitativamente: troppi i disimpegni sbagliati che hanno alimentato la confusione generale in cui era intrappolato il centrocampo.

Poco o nulla da salvare, ma è stata la prima partita, che compromette solo in parte un girone in cui l'Atalanta ha le piene capacità e anche il dovere di rifarsi e giocarsi la qualificazione.

Sezione: Champions League / Data: Gio 19 settembre 2019 alle 21:19
Autore: Gianluca Marianini
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