Nel bene e nel male quel gesto con cui Diego Simeone ha festeggiato il gol del vantaggio dell’Atletico Madrid nella gara contro la Juventus è diventato la fotografia della partita, il simbolo di una squadra che, per vincere, è anche in grado di superare certi limiti, talvolta nel proprio gioco, talvolta nel costume e nel modo. Di questo Simeone è sia artefice che vittima. Il tecnico argentino ha contribuito non poco a generare questo piccolo gioiello grezzo che è l’Atleti, diventando l’uomo alla guida del gruppo. L’animo caldo non l’ha mai nascosto ed è anche grazie a questo che è diventato un leader così trascinante. Trascinante sì, ma anche trascinato in certe situazioni dalle quali non esce sempre bene. Ne è un caso il gesto, già entrato nell’immaginario degli appassionati di calcio, degli “huevos”, che lo ha fatto entrare ancora di più nel cuore dei tifosi dell’Atletico e nel mito Colchonero ma che rischia di allontanarlo dal campo per le prossime partite di coppa. L’Uefa ha infatti dichiarato che, nei prossimi giorni, valuterà eventuali ripercussioni relative a quella che è a tutti gli effetti una infrazione della regolare condotta sportiva del gioco.
L’ultima finale di Europa League e l’ultima Supercoppa Europea Simeone le ha vissute in tribuna a causa di una squalifica che ora rischia di ripetersi e di essere dunque recidiva, aggravando perciò una eventuale sanzione. L’anno scorso sono state quattro le giornate di squalifica comminate al tecnico, alle quali si sono poi aggiunti 10mila euro di multa. Il suo posto venne preso dal “Mono” Burgos, altra figura mitica del mondo Colchonero oltre che viceallenatore della squadra. Burgos guidò i suoi alla conquista di due titoli europei, sotto la supervisione del Cholo dalla tribuna. Dovessero essere anche in questa circostanza quattro le giornate di stop inflitte a Simeone, il tecnico tornerebbe a sedersi in panchina solo per un eventuale gara di ritorno in semifinale ma su di lui, lo ricordiamo, pende la recidività. Il cuore caldo, in casi come quello di mercoledì sera, ha prevalso sulla mente fredda, consegnando a Simeone gioia e dolore, stati d’animo con i quali però il tecnico Colchonero sembra essere abituato a convivere. Verrebbe da pensare l’argentino come una vittima dei suoi stessi comportamenti fuori dalle righe eppure nelle due finali che l’Atletico ha vinto durante la passata stagione in panchina c’era Burgos. Ovviamente il gesto rimane una risposta di cattivo gusto, esagerata nel modo, al gol di Gimenez. In certi casi però la ragione della vittoria è più importante della ragione del “buon gusto”, o almeno questo è quanto Simeone deve aver pensato in quel momento.
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