Il Benfica ha battuto l’Eintracht Francoforte per 4-2 nell’andata dei quarti di finale di quest’edizione dell’Europa League. È stata una gara divertente, condizionata dall’espulsione di Ndicka dopo venti di gioco. Senza il loro centrale, i tedeschi sono finiti travolti dall’onda d’urto dei lusitani e tutto sommato hanno limitato i danni, tenendo aperta la possibilità di guadagnarsi la qualificazione al ritorno, in casa propria.

La serata del Da Luz è stata illuminata dal talento di un ragazzo di Viseu di cui sentiremo parlare a lungo. João Félix ha offerto un saggio completo di tutte le sue qualità, mostrando anche una leadership fuori dal comune. Prima la freddezza nell’occasione del rigore – procurato da Gedson Fernandes, sì, ma sempre su un passaggio illuminante del 19enne. Poi è stato il momento della giocata decisiva, quella del gol del 2-1, inventato dal nulla in un momento della gara che per il Benfica era tutt’altro che semplice sul piano psicologico. Ma nella ripresa il portoghese non è sceso di livello ed anzi è definitivamente salito in cattedra, mettendo a referto altri due colpi fenomenali, stavolta più da centravanti (il ruolo in cui in teoria, secondo lo schieramento tattico, ha giocato): una sponda dal primo palo per il tris firmato Rúben Dias, poi uno smarcamento più rete della tripletta con il piattone destro giusto in mezzo alle gambe di Trapp.

Tanta roba João Félix, ma la partita è stata anche tanto altro, per quanto potremmo ancora parlare molto a lungo del ragazzo con la 79. La partita è stata anche il cuore dell’Eintracht Francoforte, che si è ritrovato in dieci e sotto di un gol dopo venti minuti, ma ha saputo attendere gli errori delle Aquile per tenere aperto il discorso qualificazione – pur nelle inevitabili difficoltà difensive. Così è nato il gol di Jović, su splendida iniziativa di Rebić avviata però da un errore abbastanza goffo di Fejsa; Hütter è stato poi abile nel pescare dalla panchina De Guzman e Gonçalo Paciência, i quali hanno confezionato quel 4-2 che fa ardere le speranze di rimonta. In mezzo a queste due reti, il pacchetto arretrato Abraham-Hinteregger-Hasebe non ha saputo difendere l’area di rigore come sarebbe stato necessario nella circostanza. Su questo ci sarà sicuramente da lavorare, magari senza ripetere follie come il fallo da rigore e rosso di Ndicka.

Bruno Lage torna quindi a casa forse con il rimpianto di non aver sfruttato appieno una situazione che si era messa benissimo. In Germania servirà il miglior Benfica, magari con terzini più avvezzi alla fase di non possesso rispetto a Corchia e Grimaldo, entrambi troppo spesso in difficoltà. S’è già detto di Fejsa, ma non del fatto che sulle corsie Rafa Silva e Cervi avrebbero potuto fare ben altra prestazione, con tutto quello spazio. Molto bene invece Samaris nel mezzo.

Sezione: Europa League / Data: Gio 11 aprile 2019 alle 22:55
Autore: Gianluigi Sottile
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