Tutto al contrario: la difesa che diventa un punto di forza, un attacco che non riesce a concretizzare. Nella serata forse più importante della stagione, quella che poteva valere mezzo biglietto per i quarti di Europa League contro una delle favorite alla vittoria finale, l’Eintracht Francoforte ha perso la porta e le misure. Non è riuscito a sfondare il muro dell’Inter, resistente solo fino a un certo punto e fragile se attaccato con intensità, come accaduto soprattutto nel primo e nell’ultimo quarto d’ora della ripresa. Sforzi insufficienti, però, per la squadra di Adi Hütter, troppo poco cinica, complice la serata storta dei propri attaccanti.
Se Ante Rebic era assente giustificato per un problema al ginocchio, meno giustificati sono Seb Haller e Luka Jovic, attaccanti che solo in Europa League sono entrati insieme in 15 goal totali nelle prime 8 partite. Una media folle che si è arrestata d’improvviso contro i nerazzurri. Il francese è stato irriconoscibile per tutti gli 80 minuti passati in campo, imballato e senza idee, anche poco presente nei contrasti aerei. Il serbo, invece, non ha fatto ciò che sa fare meglio: buttare il pallone in porta, qualcosa che normalmente gli riesce in maniera naturale. De Vrij e Skriniar li hanno messi in difficoltà, ma non a tal punto da giustificare una prestazione così insufficiente.
Meglio non hanno fatto gli altri uomini pericolosi dell’attacco: Gacinovic e Da Costa sono statti molto imprecisi a livello tecnico, Kostic si è spesso trovato a mettere al centro palloni forzati senza troppa lucidità. In generale la fase offensiva non ha funzionato negli ultimi 20 metri, dopo una buona costruzione del centrocampo. Anche l’intensità è stata la solita solo dal secondo tempo in avanti, dopo aver fatto fatica a imporla nel primo tempo.
Paradossalmente, per una sera, a funzionare meglio è stata la fase difensiva. Protagonisti sono stati soprattutto i veterani, con Makoto Hasebe e Gelson Fernandes in testa. Con i loro recuperi palla alti in anticipo e i raddoppi sempre con tempismo perfetto. sono probabilmente sono stati i migliori in campo insieme a De Vrij per i nerazzurri e a Kevin Trapp, decisivo nel parare il rigore a Brozovic che tiene ancora in piedi la qualificazione, altrimenti complicata.
Nel post-partita il tecnico Adi Hütter ha infatti battuto molto su questo tasto: al netto degli 0 goal fatti, comunque un dato sorprendente per una squadra da 71 realizzazioni in 34 partite stagionali prima di ieri sera, la nota positiva per i tedeschi è non avere subito goal.
Al ritorno, a San Siro (con 13.500 tifosi al seguito), potrebbe bastare un lampo per mettere la qualificazione in discesa. Ma, se così non dovesse andare, i rimpianti aumenterebbero. Anche perché un pubblico spettacolare come quello di ieri sera al Waldstadion, che ha regalato una coreografia da brivido, forse avrebbe meritato almeno un goal.
Autore: Giorgio Dusi / Twitter: @Gio_Dusi
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