Sbandata pesante, ma tutto sommato indolore, almeno in classifica, per il Paris Saint Germain che capitola 5-1 in casa del Lille, rimandando di una giornata il raggiungimento della matematica certezza di un titolo che è in mano ai parigini già da tempo.
Le ragioni di un passivo così ampio sono da ricercare in primo tempo a dir poco frizzante per la quantità di eventi. Rompe l’equilibrio dopo l’autogol di Thomas Meunier, il terzino belga, schierato esterno di centrocampo a tutta fascia, devia goffamente il cross di Ikoné nella propria porta. A riportare la parità ci pensa Mbappé che con una serie di numeri fa collassare su di sé la difesa offrendo un comodo assist all’accorrente Bernat sul secondo palo.
Lo spagnolo ex Bayern si rende nuovamente protagonista, ma in negativo, il suo intervento impedisce una chiara azione da rete e costringe il direttore di gara a estrarre il cartellino rosso, il primo in campionato per Bernat. Da questo momento in avanti l’inerzia della partita gira con decisione a favore dei Mastini di Christophe Galtier, che dimostrano una volta in più di essere con pieno merito al secondo posto in classifica.
Il primo tempo, prolungato di addirittura sette minuti a causa dei tre infortuni occorsi durante la frazione di gioco, si conclude ancora in parità, ma dopo appena sei minuti nella ripresa è il solito di Nicolas Pépé a far saltare il banco, l’ivoriano tocca i diciannove gol stagionali con un’imbucata in profondità di Ikoné. Jonathan Bamba completa la giornata di grazia della trequarti in maglia rossa con un altro gol in campo aperto instradando definitivamente la partita.
Il PSG, complice sia l’espulsione sia l’infortunio di Thiago Silva, sembra completamente in balia di un avversario che continua a infilarsi come un coltello nel burro tra le maglie ormai sfilacciate della difesa, le ultime due segnature del subentrato Gabriel e di José Fonte arrivano entrambe su palla inattiva dimostrando che ormai la retroguardia dei parigini ha la testa già negli spogliatoi.
Una festa soltanto posticipata per Neymar e compagni, ma appare evidente come in questo Paris ci sia ancora da lavorare sia in sede di mercato sia sulla tenuta mentale di un gruppo che ad oggi sembra tutt’altro che solido.
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